
Dal 1° febbraio 2023 i nati nel 2004 possono inviare la domanda, tramite il sito www.18app.italia.it, per ottenere il Bonus Cultura, ovvero il contributo da 500 euro che può essere speso per libri, cinema, teatri, concerti, musei, mostre, parchi archeologici, musica (sia su supporti fisici che online), corsi di musica, di teatro o di lingua straniera, abbonamenti a giornali e riviste. Il bonus infatti può essere speso per diverse categorie di beni, acquistabili sia nei negozi fisici sia online. Il bonus può essere richiesto fino al 31 ottobre e le somme possono essere utilizzate fino al 30 aprile 2024, e può anche non essere utilizzato per intero.
Dunque, i giovani che sono diventati maggiorenni nel 2022 e che sono residenti in Italia o in possesso di permesso di soggiorno in corso di validità (questi i requisiti) possono registrarsi sul sito e presentare domanda autenticandosi tramite Spid o Cie.
Una volta completata la procedura di presentazione della domanda, è possibile ottenere un voucher nominativo da 500 euro, non cedibile e da spendere per acquisti scolastici ed extrascolastici (come detto sopra). Invece, i nati nel 2005, che diventeranno maggiorenni nel 2023, dovranno aspettare il 2024 per fare richiesta di una delle due nuove carte virtuali messe a disposizione (e di cui parleremo più avanti) nei modi e coi criteri che, entro fine febbraio di quest’anno, verranno comunicati dal Ministero dell’Istruzione in accordo con il Ministero dell’Economia. Infine, i nati nel 2003, che hanno ricevuto il bonus lo scorso anno, possono spendere l’importo ricevuto fino al 28 febbraio 2023.
La misura per l’anno in corso è disciplinata dal Decreto n. 184 del Ministero della Cultura, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 281 del 1° dicembre 2022.
Bonus Cultura: novità con la Legge di Bilancio
La 18app, lanciata dal governo Renzi nel 2016 per incentivare i giovani al consumo consapevole dei prodotti culturali più svariati, sarà attiva, come detto sopra, fino al 2024.
Con la Legge di Bilancio 2023 infatti si è stabilito che essa sarà sostituita da due nuovi benefit: la Carta Cultura Giovani e la Carta del Merito, card virtuali cumulabili dal valore di 500 euro ciascuna.
La prima sarà assegnata ai diciottenni le cui famiglie presentano un reddito ISEE fino a 35 mila euro.
La seconda, invece, terrà conto dell’andamento scolastico, premiando gli studenti che otterranno il massimo dei voti all’esame di maturità.
Il meccanismo di assegnazione dei benefit (validi fino al raggiungimento del limite massimo del fondo, pari a 190 milioni di euro) rimane uguale a quello previsto per il vecchio bonus, che forniva ai diciottenni residenti in Italia (o, dove previsto, con permesso di soggiorno valido) un buono spendibile sia online e che offline entro un tempo limite, pena la sue perdita. Anche le carte saranno disponibili a un anno di distanza dal compimento della maggiore età o dal conseguimento del diploma e avranno una scadenza.
Il presidente del Consiglio e il Ministro della Cultura hanno affermato che il cambiamento è stato necessario per mettere un freno agli abusi, più volte segnalati dalla Guardia di finanza. Nel corso degli anni, infatti, non sono stati pochi gli utenti che, in accordo coi commercianti, avrebbero usufruito “diversamente” dei soldi messi a disposizione, ricorrendo a “trucchetti” per acquistare prodotti esclusi dai beni previsti dalla norma.
La nuova decisione di legare la misura al reddito e al merito, però, ha fatto storcere il naso a parecchi. Secondo alcuni, infatti, con il limite dell’ISEE e del voto di maturità si verrebbe a creare maggiore burocrazia e si verrebbe a perdere quel principio di universalità che aveva caratterizzato 18app, che comunque, nonostante i difetti, è stata una misura di successo in Italia (nel 2021 sono stati oltre 440 mila i diciottenni che hanno usufruito del bonus) ma anche fuori confine. Altri paesi europei hanno infatti preso ispirazione dal modello italiano, come Francia, Spagna, Germania.
In particolare, in riferimento alla Carta del Merito, per molti bisognerebbe incentivare e non escludere chi ha più difficoltà nell’apprendimento e ha bisogno di una guida per prendere dimestichezza con gli strumenti culturali.
Molti, fra cui anche Sil Confesercenti, si auspicano che quest’anno venga utilizzato dall’esecutivo per studiare migliori regole di utilizzo, per rendere più efficiente la misura, e per fare in modo di avvicinare tutti i ragazzi, a prescindere dal reddito familiare e dai voti (proprio come era stato con 18 app), alla cultura e a una sua più semplice fruizione, contribuendo ad una crescita culturale equamente condivisa.
Martina Malavolta
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